La scultura come arte del bello già è presente nella cultura ellenica con le sue proporzioni ricercate.
Non era riconosciuta come un’arte, bensì era l’oggetto rappresentato e scolpito il tema della discussione e non il suo realizzatore: la plasticità di Policleto nel Doriforo, segna l’inizio della cultura classica.
In epoca medievale la scultura come opera manuale è relegata ancora al mondo dell’artigianato e nulla più.
Nel rinascimento l’uomo diviene consapevole delle sue capacità come essere superiore del creato, ma anche delle sue capacità intellettuali. Si interroga sul perchè degli avvenimenti, sulle misure, sulla bellezza. La scultura diviene un’arte: la capacità di imprigionare emozioni in un blocco di marmo non è da tutti, gli scultori sono artisti.
Il “bello” ritratto dalla natura e dall’uomo, in uno scorcio paesaggistico anche inventato o in uno sguardo, prende vita dal “vero”.
Oggi l'”informale” in pittura, in scultura, in arte, in generale è giustificazione di argomenti, di riflessioni, di proiezioni di stati d’animo o di momenti di trans; tutto può essere.

Questo putto scolpito da chissacchì, contiene più arte di molte “opere” contemporanee.

putto su altare della chiesa del torresino a cittadella PD

putto su altare della chiesa del torresino a cittadella PD