L’attualità di queste parole è all’apice.
Dicono che il bilancio dell’energia spesa per far vivere un europeo, se applicata a tutti gli individui del resto del mondo, manderebbe il pianeta in default: non c’è la stessa energia per tutti. Ovvero non c’è possibilità di proseguire in questa direzione di consumi, di produzioni, di esigenze procapite.
Il distinguo va fatto tra paesi in via di sviluppo e quelli già sviluppati. Nei paesi in via di sviluppo ci saranno priorità di investimenti per una ridistribuzione del benessere, quindi produzioni e consumi adeguati a migliorare la qualità della vita. Nei paesi già sviluppati ci sarà l’esigenza di portare lo stile di vita in modalità di manutenzioni ordinarie, lavorare tutti, lavorare meno, abbassare le aspettative, consumare meno energia.
La realtà vuole che il mondo finanziario in primis cambi mentalità speculativa in quanto non è possibile puntare a incrementi continui aziendali, industriali e profitti che si accentrano in singole persone a discapito di altre. Differenziare i mercati a secoda dei paesi più o meno sviluppati e gli stessi investimenti.
Se il genere umano sta portando il pianeta terra incontro ad una curva, come un bravo pilota deve saper rallentare prima dell’irreparabile