penna di una volta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Che l’Italia, patrimonio culturale dell’umanità, sia un paese ad evocazione turistica è noto.

Che in Italia ci sia una crisi in atto è noto.

Che in Italia manchi il dialogo tra università e modo del lavoro è noto.

Che in l’Italia sia la culla di una pregiudicata inventiva che testimonia il fiorente artigianato è noto.

 

Dalla constatazione di questi elementi si deduce che è necessario mettere in atto azioni per collaborazioni.

Queste sfere di interesse strategico per l’economia, devono essere tra loro in comunicazione per l’unico obiettivo

che è il benessere comune ,vista la recente deindustrializzazione.

Le capacità dei maestri artigiani, le procedure derivanti da esperienze di età centenarie, trasmesse come eredità culturale, devono essere preservate come si tutela il territorio.

La mission turistica quindi deve superare il mero concetto della visitazione degli edifici storici, ma attorno ed essi dovrebbe essere proposta una panoramica di esperienze di manifatture e mestieri antichi.

Il migliore appagamento per un essere umano infatti, è riuscire a fare qualcosa con le proprie mani e nel paradosso dell’evento dire “se ho fatto questo esisto”.